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se esiste il senso della realtà deve esistere il senso della possibilità

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Una trasferta (solo in voce) in Lussemburgo

radio araSabato 1 dicembre, in occasione del concerto di Angelo Branduardi in Lussemburgo, sono stato intervistato dalla radio locale in lingua italiana. Qui di seguito il podcast della bella e competente intervista di Elisa Cutullè coadiuvata da Paolo Tavelli. Grazie ancora a tutto lo staff del programma Voices by Passaparola di Radio Ara

http://podcast.ara.lu/?p=3695

Branduardi live: La scaletta che vorrei

In questi giorni di molta musica, di una tournee che si fa sempre più viva, presente sul territorio, nonché discussa, sono molti i racconti che riferiscono di un Branduardi in gran forma e che nella scaletta del tour Camminando camminando 2 fa spuntare anche alcuni brani notissimi ma recentemente messi un po’ nella soffitta dei nostri sogni di fan come il Ciliegio, Gulliver, la luna. E allora, mi sono chiesto, perché non provare a scrivere una propria scaletta, un elenco di brani fortemente desiderati ed esposti in un’ideale sequenza compatibile con le esigenze di alternanza, vivacità e buon ascolto di un ‘live’? Io ci provo e qui di seguito offro la mia, articolata su 15 brani (bis esclusi)

L’Uomo e la Nuvola/Tanti anni fa/ Gulliver/ Profumo d’arancio/Il Libro/Il Signore di Baux/ Il Marinaio/ La Raccolta/ Cogli la prima mela/La Pulce d’acqua/ La Collina del sonno/ Il Disgelo/Nel giardino dei salici/Innisfree l’isola sul lago/ La Giostra.

Partecipate se volete…

Senza Spina, prima che esistesse l”unplugged’

Quel concerto a l’Olympia, centro focale della tournee dedicata alle poesie di Yeats, sancì definitivamente il passaggio di Branduardi ad atmosfere più cameristiche, concertanti nel suo proporre  musica in pubblico. Una scelta che esaltò l’estrema cura nella realizzazione di un progetto musicale: la costruzione dei brani, l’importanza della tessitura armonica, la polifonia delle chitarre, l’idea che anche la musica di matrice ‘popular’ dovesse essere ascoltata non solo per il fremito del volume sonoro, né tantomeno immersa in una melassa indistinta di watt spaccatimpani, ma che potesse essere un rituale diverso in cui l’ascoltatore potesse decifrare la bellezza di una modulazione, la sorpresa di un’improvvisazione, il dettaglio dei timbri.

Ecco come Branduardi, presentando il CD Senza Spina rievocava quella scelta ed ecco come in TV l’abbiamo commentata. Con questo servizio e molte immagini inedite. Guardate

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